A Conversation with Giuseppe Pizzetta
“Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.”
È Maggio, sono le 9.30 di un giovedì mattina, ma Milano brucia come fosse mezzogiorno in piena estate.
Lo showroom SAPI è situato all'interno di un elegante palazzo storico nato dalla mente dell’architetto Alfredo Campanini, al civico 12 di Corso Plebisciti.
Il tempo di un caffè e il telefono già squilla. Non il mio, ma quello di Giuseppe. Non si tratta di lavoro, ma di un ambito che lo appassiona allo stesso modo: lo sport.
Siamo alla vigilia della NoveColli 2022, una gara ciclistica che dal 1971 richiama all'appello appassionati e sportivi pronti a cimentarsi su un affascinante percorso di 200 km lungo l'Appennino romagnolo (io sudo e sono stanco solo al pensiero).
Giuseppe invece è carico come sempre e non devo neanche dargli il via.
Nel tuo caso lo sport è sinonimo di stile di vita più che di tempo libero…
Pratico sport da sempre, possibilmente all’aria aperta e soprattutto il ciclismo: mi permette di mantenere la mente lucida, il corpo attivo, di sfogarmi e ricaricarmi. Il concetto di sport riassume i valori in cui credo e che mi caratterizzano: la passione, l’energia, la sfida, la tenacia, il gioco di squadra.
Tra le figure che hanno giocato un ruolo importante nel tuo percorso lavorativo c'è Renzo Rosso. Per quale motivo?
Ho avuto modo di lavorare al suo fianco in Diesel, mi ha trasmesso quegli insegnamenti e quella professionalità che hanno fatto di me quello che sono oggi. Sono entrato nel settore abbigliamento come venditore, chilometri e chilometri, città per città, in tasca una manciata di gettoni nel caso servisse fermassi ad una cabina telefonica per avvisare che stessi arrivando o di un ritardo. “Dove c’è un campanile c’è un negozio” diceva sempre il mio primo datore di lavoro. Renzo, poi, è sempre stato un fuoriclasse: era convinto che per contraddistinguersi nel mercato fosse necessario partire dalla strada, dalle basi, conoscere a fondo le diverse realtà e vivere esperienze in prima persona. E’ qualcosa in cui credo fortemente ancora oggi: proprio ieri ero a Como e dintorni per un giro clienti.
Hai la fortuna di avere una compagna che ti segue anche nel lavoro: Angela, tua moglie. È vero quindi che dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna…
Non dietro, ma affianco: Angela ed io ci siamo conosciuti che lavoravo già nell’abbigliamento e la passione che ci accomuna l’ha spinta ad entrare in questo mondo. Ha dedizione, grande empatia con i clienti e le aziende, riuscendo così al meglio nella gestione delle vendite e del post-vendita: il suo livello di professionalità garantisce il 50% del successo del nostro Showroom. Al resto pensa il nostro team di collaboratori, siamo una famiglia allargata, mossa dall’entusiasmo, dall’ambizione e dalla genuina voglia di fare.
Da ciclista appassionato, sai bene che il percorso può improvvisamente rivelarsi dissestato. Hai mai dovuto rialzarti dopo una caduta?
Senza dubbio la scelta di separarmi dal mio socio - la persona con cui ho fondato SAPI - per iniziare una nuova avventura nel settore del fashion, e in particolar modo decidendo di dedicarmi alle collezioni contemporary donna, ha dato il via ad un periodo duro e in salita. Una sfida che ho lanciato a me stesso e che ho affrontato a “testa bassa e pedalando”, cosa che continuo a fare tutt’ora. Sposto sempre il traguardo un po’ più in là, perché alla fine raggiungerlo non è l’unico obiettivo.
E' vero che hai la passione per le acque minerali?
Per quanto possa suonare bizzarro, l’acqua è da sempre una mia grande passione. Amo collezionare le bottiglie per i loro packaging creativi e singolari, mi interessa conoscere il diverso livello di purezza dell’acqua. In qualche modo è un prodotto che rappresenta le qualità che cerco negli altri e in ciò che vendo: trasparenza e genuinità. Poi sono un esteta, anche se mi imbarazza ammetterlo, perché spesso viene considerato sinonimo di presuntuoso o superficiale: in realtà si tratta di scovare con occhio attento il bello nelle cose, laddove ai più magari sfugge.
A volte rincorrere i propri sogni pur mantenendo i piedi per terra può risultare una sfida, ma è chiaro che per Giuseppe il bello della vita è proprio questo.
Chissà com’è andata la gara…
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