Pietro Vadalà
E' il 2006 quando metto piede per la prima volta sul suolo siciliano.
L'aereo atterra in perfetto orario sulla pista di Catania Fontanarossa.
Da oltre 10 anni, per almeno due volte all'anno, Catania e la Sicilia sono luoghi a me familiari, luoghi che ho girato in lungo e in largo, dove ho incontrato persone, visto colori nuovi, respirato odori diversi, nuotato in un mare cristallino.
Viaggi arricchiti dagli arancini del Caffè Europa di Corso Italia a Catania, la colazione con brioche e granita di pistacchio, mandorla e gelsi, ricci di mare o il pesce al carbone da Federico ad Acitrezza.
Sono felice di intervistare una delle persone legata a quei viaggi e indissolubilmente a Catania, la sua città natale e sede del suo ufficio.
Oggi Pietro Vadalà è prima di tutto un caro amico oltre che professionista e nel 2020, si festeggia - e io non posso che unirmi ai festeggiamenti - l'importante traguardo dei 40 anni di attività dell'azienda di famiglia, l'agenzia di rappresentanze Gruppo Moda.
Ad maiora!
Come è cambiato il ruolo dell'agente negli anni?
E’ innegabile che negli anni '80 e '90 avevamo un ruolo più centrale. La nostra missione però non è cambiata: vendere al meglio salvaguardando fatturato, sell out e immagine. È mutato il panorama e ci siamo dovuti adeguare alle rivoluzioni del Made in China, del proliferare dei negozi monomarca, dei centri commerciali, degli outlet e delle vendite online. Chiaramente molti colleghi sono stati particolarmente coinvolti da questi mutamenti subendo conseguenze negative, fino alla chiusura, altri invece hanno saputo cogliere le nuove opportunità.
Certo è che i tempi nei quali l’agente regionale poteva rappresentare tutte le linee di Armani, Valentino, Missoni o Ferrè, sono finiti da un bel po'. I brand che avevano l’Italia come mercato principale adesso sono tutti proiettati all’estero centralizzando la distribuzione del nostro Paese negli showroom direzionali di Milano. Inevitabilmente tutto ciò ha sottratto prestigio alla figura del rappresentante.
Quali gli insegnamenti più importanti che hai ricevuto da tuo padre?
Ho avuto la fortuna di crescere all’ombra di mio papà Marcello, che prima di avviare il Gruppo Moda nel 1980 con le linee di Valentino, è cresciuto professionalmente nel GFT - Gruppo Finanziario Tessile - ricoprendo ruoli manageriali prestigiosi dopo aver scalato tutti i gradini da venditore regionale a direttore vendite Italia. Questo gli ha permesso, nel ruolo di agente, di avere una visione equidistante tra ditte mandanti e negozianti. E' proprio questo equilibrio l’insegnamento più prezioso che mi è stato trasmesso.
Lasciami dire che mi manca molto il confronto quotidiano con Lui e... la sua cucina. Era un cuoco eccezionale!
Mi racconti un aneddotto curioso?
Ricordo 30 anni fa quando ero davvero alle prime armi e un cliente top dell’epoca, vedendomi nervoso per una promessa non mantenuta, mi prese da parte per dirmi: “ tu non puoi fare questo lavoro, ascoltami… devi essere più brillante”. Beh, io sono ancora qua, mentre lui brillantemente adesso fa altro.
Ho avuto la fortuna e il piacere di lavorare negli anni con i negozi siciliani e i loro titolari, riconosciuti per serietà e professionalità. Puoi menzionare tre di loro ai quali sei più legato a livello umano e professionale?
Mi chiedi tre nomi ed è davvero difficile. Il rapporto d’affetto che mi lega con tantissimi clienti, anzi tantissime famiglie da sempre dedicate a questo settore mi rende complicata una selezione. Essendo catanese, porrò la mia attenzione soprattutto su Palermo, la rivale storica.
Affetto e stima per Michele Giglio personaggio incantevole, era un leader negli anni 80 ai tempi di Valentino e lo è tuttora col prezioso supporto dei suoi figli Giuseppe e Federico. È una famiglia di imprenditori che avrebbe successo in qualunque settore.
Mario Dell’Oglio, titolare di una attività con oltre 120 anni di storia, è persona dotata di buon gusto, un gusto al di fuori dal comune e con la capacità di trasmetterlo attraverso le sue scelte e le vetrine dei suoi punti vendita. Lavorare con lui è sempre stimolante.
Della new generation Marco Inzerillo di Palermo e Marzio Chirico di Messina, entrambi figli d’arte, hanno saputo dare un’impulso significativo all’attività di famiglia e stanno raccogliendo risultati prestigiosi.
Quali luoghi consigli a chi vuole scoprire Catania e dintorni?
Molti colleghi operano ormai in macrozone facendo base a Milano. Noi abbiamo preferito continuare a far base a Catania rinunciando forse a qualche opportunità, ma questo ci ha permesso sinora - in futuro mai dire mai - di goderci il tempo libero in questa splendida città tutta da godere, con le sue coste laviche e sabbiose, il Vulcano attivo più alto d’Europa buono per escursioni “infernali” o per sciate mozzafiato vista mare; coi suoi monumenti unici ed insospettabili come il Monastero dei Benedettini e Palazzo Biscari su tutti o con la nostra Pescheria in stile arabo proprio all’ingresso del Porto.
Il mio vuole essere un invito per tutti i colleghi e gli addetti ai lavori che ancora non conoscono Catania, vera delizia per gli occhi e per il palato coi suoi piatti che dal mare alla montagna offrono una varietà unica ed introvabile. Sono di parte, concedetemelo!
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