Philosophy
Stella Jean è un brand nato dalla giovane e omonima stilista emergente, nata a Roma ma di origini caraibiche e vincitrice nel 2011 del concorso patrocinato da AltaRoma e Vogue Italia, chiamato Who’s on Next.
Stella Jean, giovane e talentuosa stilista designer, inizia a lavorare nel mondo della moda sfilando come modella per Egon Von Furstenberg, scoprendo però ben presto la sua vera vocazione creativa.
I suoi abiti devono raccontare chi lei sia e devono rendere bella chi li indossa.
Dal luglio 2011, quando si è distinta tra i vincitori del prestigioso concorso Who’s On Next, le sue collezioni continuano a ricevere l’apprezzamento di stampa e buyer internazionali.
Il mood raffinato e prezioso di Stella Jean trae continua ispirazione dalla sua multiculturalità che si traduce nella filosofia “Wax & Stripes” Philosophy”, sua vera e propria cifra stilistica.
I suoi capi, venduti nei più importanti fashion store di tutto il mondo e indossati dalle donne più eleganti del globo, sono una personalissima interpretazione di stile senza tempo che Stella plasma e drappeggia direttamente sul corpo, modellando le stoffe con degli spilli.
Nelle sue creazioni vengono unite e mixate le stoffe wax con la tipica stampa africana alle stoffe della camiceria maschile e alle forme bon-ton degli anni ’50.
Si punta su una particolare esclusività nella realizzazione di ogni singolo capo e su uno stile imprevedibile, pirandelliano ed antitetico.
Stella Jean presenta collezioni caratterizzate da un perpetuo rincorrersi di trompe-l'œil culturali: le creazioni esplorative ed evocative nascono nel segno del proseguimento della collaborazione con l'agenzia dell'ONU International Trade Center (ITC), che ha favorito l'introduzione dei tessuti realizzati a telaio a mano dalle donne dei villaggi del Burkina Faso.
Elementi apparentemente eterogenei mettono in scena contrasti decisi, amalgamati e attenuati dalle linee sartoriali d’inequivocabile matrice europea.
La collezione si ispira alle suggestive immagini in bianco e nero degli aristocratici percorsi vacanzieri anni ’60: viaggi da sogno che iniziavano su una Aquariva in partenza dalla Cote d’Azur, per approdare poi sull’affascinante ed indolente costiera italiana, da percorrere con spensieratezza in sella ad una Lambretta.
Le creazioni della collezione ri-disegnano una mappa che oltrepassa l’accezione geografica, per addentrarsi in quella filosofica-sentimentale: ogni capo non domanda unicamente di essere guardato e ammirato, ma di scorgere attraverso lo styling un senso più profondo, che va oltre il mero riflesso estetico.
Una collezione che si trasforma in diario di viaggio estemporaneo, in cui i racconti si rincorrono per incontrarsi in una narrativa per immagini nuova, ma ben radicata e conscia del suo passato.
Il potere dello Sguardo viene dunque usato quale traghettatore e, per mezzo di un caleidoscopio culturale, risveglia un patrimonio di memorie comuni, attraverso il suo innesto all’interno del tessuto urbano contemporaneo.
Fondamentale per la comprensione della collezione l’uso corretto dell’aggettivo “etnico”, che qui viene sottratto all’abuso e alle manipolazioni occidentali, per essere riconsegnato al suo autentico e ben più ugualitario contenuto.
Il trompe-l'œil sorprende lo spettatore a ogni sguardo, creando giochi d’apparenze e di rimandi; il rigore delle linee orizzontali dei tessuti canvas rigati utilizzati per i capi spalla e per le gonne dai tagli retrò, seppur richiamando per associazione di idee i rigati dei blazer dei college britannici, costituisce in realtà il portabandiera della cultura del Burkina Faso, stato dell’Africa occidentale e “terra degli uomini integri”.
Le frontiere territoriali vengono dunque scisse da quelle mentali, meno visibili ma ben più tenaci e selettive.
Tra le etnie cui s’ispirano le creazioni, la prima è quella italiana, sottolineata dall’artigianalità dei capi unici in seta, in cui si fondono le tradizioni accademiche della pittura su stoffa e del ricamo a mano modulato artisticamente.
Il tessuto wax costituisce invece lo stilema d’Africa, Paese del quale vuole rievocare la grandeur storica e non i tratti pittoreschi.
Artigianalità occidentale e tradizione africana rappresentano due vive espressioni di slow fashion, entrambe distanti dalle tempistiche vorticose dell’industria moda ma capaci di coniugarsi a capi veloci e passe-par-tout, come l’immancabile camicia a righe o come la camicia jeans dall’inconfondibile spirito decontractée.
I bijoux Anni ’50 impreziosiscono i movimenti, contribuendo a sottolineare uno stile raffinato e vagamente giocoso.
Elementi tipicamente maschili si affiancano ai classici capi del guardaroba femminile, generando un ritmo nuovo, capace di dare eco a un’eleganza inedita: le décolleté si alternano a mocassini da smocking in wax e gros-grain a contrasto; i capelli vengono rigorosamente raccolti sotto cappelli di foggia maschile, oppure avvolti da turbanti in wax o in pizzo sangallo; eleganti e rigorose camicie Guayabera cubane da uomo evidenziano una nuova femminilità composta e bon ton chic.
La stampa wax evolve in nuove ed inaspettate textures, componendo ossimori materici e culturali destinati a sorprendere.
I disegni esclusivi effettuano un continuo gioco di rimandi, passando dalle sete delle aristocratiche bluse con fiocco annodato al collo, impreziosendo le gonne in cotone della collezione, fino ad impreimersi su calze e calzini, ricomponendo in tal modo un singolare mosaico all-over.
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