Philosophy
Cherevichkiotvichki è un marchio di scarpe di nicchia, creato nel 2011 da una designer londinese, Victoria Andrejeva, originaria di Vilnius in Lituania.
Il nome “cherevichkiotvichki”, nella lingua slava, sta per "una scarpa da Victoria", un detto infantile e giocoso che rimanda alla giovinezza della creatrice.
La fondatrice afferma che tutte le sue scarpe, borse e accessori sono sviluppati intorno al sentimento nostalgico della crescita, ai temi dell'abbandono, dell'età e della consistenza, mescolali insieme ai ricordi d'infanzia provenienti dalla Lituania degli anni ’80, durante gli orari di occupazione sovietica.
La collezione è prodotta seguendo i modi più tradizionali dell’arte calzaturiera, dove prende spazio il gioco di materiali "esotici": infatti, invece di usare coccodrillo d'allevamento, Victoria Andrejeva utilizza il bufalo invecchiato, il cavallino, il vitello cerato e l’asino, pellami sapientemente assemblati seguendo una serie di nuovi metodi di finitura, come il lino, i lacci di spago, il gros grain e tacchi circolari.
Influenzate dalla semplicità tipica dei bambini, le calzature firmate Cherevichkiotvichki sono volutamente invecchiate e used effect, inondate inoltre da un heritage sovietico.
Prodotte in una piccola fabbrica situata nelle Marche, in Italia, ogni creazione è supervisionata dalla designer, passo dopo passo.
Tutte le solette sono confortevoli e ortopediche prodotte utilizzando materiali naturale che in precedenza sono state solo utilizzate per calzature sportive.
Ogni scarpa o accessorio è realizzato a mano, in maniera scrupolosa per poi essere venduto a Dover Street a Londra, a Darklands in Germania, da Zekka in Australia, da Jana , Antonioli , Raffi in Italia , da Mona Moore in America e molti altri flagship store in tutto il mondo.
Nello studio e nella ricerca intrapresa da Victoria Andrejeva si sente una certa affinità per il produttore di scarpe e il suo approccio unico e non convenzionale, ma anche tra il suo amore per la semplicità e il modo di combinare materiali insoliti, giocando tra gli attributi femminili e quelli maschili.
I suoi semplici modelli stringati riassumono un astratto e deserto spazio vitale, dove materiali tra cui il gesso, tela di iuta, cera e resina sono tutti utilizzati per creare una serie di texture e superfici in grado di rispecchiare la bellezza di patine, muffe e screpolature monocromatiche, che vanno dal grigio topo, passando per il nero e l'antracite, fino al bianco latte.
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