Philosophy
Giuliana Mancinelli Bonafaccia è un marchio italiano di bijoux di nicchia da donna.
L'omonima designer di origini romane scopre l’interesse per la gioielleria e l’oreficeria durante gli studi di architettura e interior-design, una passione che la porta a frequentare i corsi di gemmologia dell’IGI di Anversa in "Colored Stones Identification", "Colored Stones Grading and Evaluation" e "Pearls Grading and Evaluation", e che si concretizza, nel 2007, con la creazione della sua linea di gioielli. Attualmente vive e lavora a Roma, sua città natale.
L’approccio creativo, ispirato e intuitivo che ha impresso alla propria produzione, rifugge classificazioni e stereotipi, identificando nella ricerca, nell’esplorazione e nella sperimentazione dei materiali la propria cifra distintiva.
Ogni singolo pezzo nasce da scelte non convenzionali e uniche nel loro genere, trovando nell’utilizzo di pellami pregiati, tra cui spicca il galuchat, pelle di razza la cui lavorazione risale al periodo Luigi XV, considerata una delle note più caratteristiche del marchio.
Il suo stile è mutevole, ironico, talvolta irriverente e provocatorio, teso ad unire contrapposizioni stilistiche che si ispirano a dettagli architettonici, antichi testi di biologia marina, fotografie macro e texture, elementi materici, scultorei, nonché anatomici.
Ne consegue la creazione di gioielli dal design originale e moderno le cui forme organiche, realizzate in argento, rutenio nero e smalti policromi, capaci di creare combinazioni inedite e attuali.
Il lavoro di ricerca e sperimentazione è portato all’apice, ponendo in primo piano i minerali e utilizzando diamanti, zaffiri e pietre preziose come una “cornice” che stravolge l’immagine classica delle pietra da gioielleria. Questo mood surreale apre una dimensione immaginaria, nella quale sono i dettagli a fare la differenza.
La continua ricerca estetica e funzionale espressa in ogni singolo pezzo è supportata da una lavorazione artigianale esclusivamente made in Italy ed è caratterizzata da una profonda cura del dettaglio, di cui lei stessa segue personalmente ogni fase della produzione: dalla scelta di ogni singola pietra, alla creazione del prototipo sino alla realizzazione finale del gioiello.
In bilico tra percezione e sperimentazione, il suo stile si concretizza in una produzione di pezzi unici e in edizione limitata, dove l’accostamento esclusivo dei materiali è pensato per esaltare al massimo il gioco dei colori e raggiungere un accordo unico tra tendenza ed eleganza.
Il 31 gennaio 2012 viene ufficialmente presentata nel calendario degli eventi collaterali di AltaRoma la sua seconda collezione, “Radiolarian” con una performance ideata dai Quiet Ensemble. A luglio, dello stesso anno, Giuliana presenta la sua capsule collection “Hyparhedra” e prende parte al progetto di AltaRoma “Room Service”, promosso e ideato da Simonetta Gianfelici, creato per presentare una selezione di talenti contemporanei con la vocazione della migliore sartorialità Made in Italy.
I suoi gioielli sono apparsi su Vogue Gioiello, Vogue Talents, BookModa, Donna Moderna, Vestal Magazine, Cake Magazine, Collezioni Haute Couture, L’Officiel Thailand.
Un fiore selvatico, aspro e spontaneo arriva dalle terre nordamericane e, attraverso le sue evoluzioni, diventa il fil rouge di un progetto artistico in cui design e fotografia si fondono.
Nasce così Jack in the Pulpit, un’iniziativa che esplora molteplici tipologie espressive di ricerca attraverso la nuova collezione di gioielli realizzata dalla designer Giuliana Mancinelli Bonafaccia e gli scatti del fotografo Marco D'Amico.
In questo itinerario espositivo, presentato in calendario ufficiale Alta Roma Alta Moda, approdando poi all’Ambasciata degli Stati Uniti d’America e a San Pietroburgo in occasione della Moroshka Fashion Week, gli artisti esprimono la propria visione, maturata nel corso degli anni, rispetto a contaminazioni, sperimentazioni, interpretazioni alternative e linguaggi espressivi.
Giuliana Mancinelli Bonafaccia presenta così una collezione di nove creazioni, ispirata alle opere di due importanti artisti statunitensi, la pittrice Georgia O'Keeffe e il fotografo Edward Weston.
Il suo è un approccio “macro”, attraverso il quale si svelano forme geometriche estremamente moderne, tecniche, capaci di trasformare il gioiello in pure metafore visive di una natura estremamente sensuale. È in questa direzione di senso che agate druzy, dal taglio poligonale, bagnate nel titanio in differenti riflessi di colore diventano pistilli metallizzati che si rivelano su fasce di pelli e resine colorate in trasparenza.
Con criterio fotografico, l’argento, bagnato nel rutenio nero, viene lavorato affinché la resa materica delle superfici rifletta il gioco incostante dei pattern naturalistici.
Martellato, forato o liscio, l’argento, interprete di un vibrante battito organico, si alterna alle trasparenze realizzate in resina colorata che restituiscono al gioiello una lettura pop e tuttavia sofisticato.
© Copyright immagini Giuliana Mancinelli Bonafaccia e legittimi proprietari.