Philosophy
Schiaparelli è un marchio francese d'abbigliamento per donna nato dalla creatività della stilista romana Elsa Schiaparelli nel 1934.
La maison, chiusa dalla stilista nel 1954, è stata rilanciata nel 2014 dalla famiglia Della Valle, dopo oltre sessant'anni di oblio.
Insieme a Coco Chanel, è considerata una delle più visionarie figure della moda all'inizio del XX secolo, nonchè l'ideatrice della nuance rosa shocking.
Negli anni, ha collaborato con artisti del calibro di Salvador Dalì e Alberto Giacometti, non a caso, alcuni bozzetti e gioielli da lei creati furono largamente influenzati dalla corrente surrealista.
Successivamente, Elsa comincia a frequentare gli artisti dell'avanguardia dadaista, come Man Ray, Baron de Meyer e Marcel Duchamp, quest'ultimo addirittura la coinvolgerà nella progettazione delle sue collezioni.
A causa delle condizioni di salute della figlia, poco dopo, la stilista è costretta a trasferìrsi a Parigi nel 1922, ospitata da Gaby Picabia, moglie dell'artista dadaista Francis Picabia.
E' proprio in questo frangente che Elsa Schiaparelli entra in stretto contatto con l'ambiente della moda dell'epoca, frequentando l'atelier di Paul Poiret, il grande sarto dei primi anni del Novecento, precursore di una nuova immagine femminile, libera dalle costrizioni del busto.
Dopo questo incontro Elsa comincia a progettare degli abiti, attirata inizialmente da un abito fatto a maglia indosso ad una rifugiata armena.
Tra le due donne comincia una collaborazione: la Schiaparelli ha le idee, mentre l'altra le realizza. Inizialmente, l'atelier era il suo appartamento in rue de l'Université, ma solo a seguito di un investimento di cento mila franchi, decide di registrare il marchio e trasferire la maison in rue de la Paix.
Da allora la sua concezione moda si scatena, realizza abiti sportivi di ispirazione africana e cubista, oppure, tessuti con ritagli di giornale, ma anche vestiti su cui sono cucite giganti aragoste d'ispirazione surrealista.
Nel 1934, la creativa stabilisce la sua maison al numero 21 di Place Vendome, e da lì ogni anno lancia le sue collezioni dalla grande unicità stilistica.
Da quell'anno Elsa Schiaparelli fu considerata l'antagonista principale di Gabrielle Chanel nel mondo della moda francese. Opposti gli stili: rigoroso e semplice quello di Coco, ricco e fantasioso quello della Schiaparelli; opposte le origini: povera la prima, aristocratica la seconda. Entrambe tuttavia avevano in mente una donna libera e indipendente, che non si vergognasse di indossare i loro capi.
Insieme a Chanel, la Schiaparelli è considerata una delle prime a capire che in futuro la formula vincente per la moda sarebbe stato l'abito pronto per la vendita, utilizzando taglie standard, da poter eseguire in serie. Ribaltando completamente le idee consolidate sul vestire, inventa impermeabili da sera, abiti in vetro, mantelle color rosa shocking con enormi ricamati in oro sulla schiena.
A lei, inoltre, si deve il merito della divulgazione della zip, assai più pratica delle sfilze di bottoni che avevano chiuso gli abiti delle donne fino a quel momento.
La creatività e l'originalità della Schiaparelli, trovano espressione persino negli accessori, come il cappello-scarpa, disegnato ad hoc dal suo amico Salvador Dalì, oppure, i cappelli che sembrano cervelli umani, i guanti con le unghie lunghe, e infine, i primi bijoux in plexiglas.
Anticipando i tempi, Elsa ha capito che le sfilate non solo altro che una vetrina, uno spettacolo per i compratori, ma che la vera moda si faceva col pret-à-porter.
Considerata un vero e proprio mito per aver saputo “inventare” capi immortali, sempre avanti coi tempi, l'atelier Schiaparelli, rinato nel 2014 grazie all'intuito di Diego Della Valle, oggi è diretto dal creativo Bertrand Guyon.
Lo stilista è un estimatore del brand Schiaparelli, ne ha sempre ammirato il forte impulso e la notevole carica creativa, eredità incontrastata della stilista che cercato fermamente di tramandare ed inculcare nei suoi successori.
Bertrand Guyon intende continuare il lavoro iniziato dalla Schiaparelli, usando lo stesso impegno creativo e perseguendo la stessa finalità, non perdendo di vista però il mondo contemporaneo e le sue esigenze, senza dimenticare lo straordinario patrimonio storico-culturale della maison, nel rispetto di quei codici stilistici gioiosi, anticonformisti e ironici, tipici dello stile di Elsa Schiaparelli.
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